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La pianificazione è essenziale per una ripresa equa

“La pianificazione è essenziale per una ripresa equa.”  Riportiamo per intero il messaggio del presidente dell’APA – American Planning Association:  Mi chiamo Leo Asuncion, presidente dell’American Planning Association.  Il 2021 sarà un anno critico per i pianificatori e le comunità che serviamo. Man mano che le comunità iniziano a emergere dai lockdown pandemici, il lavoro di recupero, ricostruzione e reinvenzione sarà al centro di gran parte di ciò che noi pianificatori facciamo. Sarà anche al centro del lavoro dei legislatori a Capitol Hill. Le priorità legislative dell’American Planning Association nel 2021 riflettono questo momento significativo. Questa è un’opportunità per aiutare a guidare le priorità federali nei modi che riteniamo possano servire al meglio le nostre comunità.  Recupero. Banda larga e infrastrutture di trasporto. Abitazioni. Cambiamento climatico. Queste quattro questioni sono le priorità dell’agenda federale dell’APA quest’anno. Sono le aree che riteniamo più critiche per garantire un’equa ripresa e reinvenzione. L’azione federale su ripresa, infrastrutture, edilizia abitativa e cambiamento climatico, insieme al lavoro dei pianificatori a livello locale e regionale, rappresenta un’opportunità per garantire che gli investimenti per la ripresa, effettuati ora, costituiscano le basi per un futuro equo e resiliente.  La pianificazione è essenziale per una ripresa equa.  Nei giorni e nei mesi a venire, l’APA porterà questo messaggio a Capitol Hill e alla Casa Bianca. E con l’aiuto dei pianificatori, parlando più forte, insieme, garantiremo il supporto federale di cui le comunità hanno bisogno per iniziare il lavoro di recupero, ricostruzione e reinvenzione per un futuro equo e resiliente.  Qui il link al messaggio video sul canale YouTube dell’APA.  E qui la versione originale in inglese del messaggio di Leo Asuncion:  My name is Leo Asuncion, president of the American Planning Association.  2021 will be a critical year for planners and the communities we serve. As communities begin to emerge from pandemic lockdowns, the work of recovering, rebuilding, and reinventing will be the focus driving much of what we planners do. It will also be the focus of the work of legislators on Capitol Hill. The 2021 American Planning Association’s Legislative Priorities reflect this significant moment. This is an opportunity to help guide federal priorities in the ways that we believe best serve our communities.  Recovery. Broadband and transportation infrastructure. Housing. Climate change. These four issues are the priorities of the APA’s federal agenda this year. They are the areas we believe are most critical to ensure an equitable recovery and reinvention. Federal action on recovery, infrastructure, housing, and climate change, paired with the work of planners at the local and regional levels, presents an opportunity to ensure that recovery investments, made now, build a foundation for an equitable, resilient future.  Planning is essential to an equitable recovery.  In the days and months ahead, APA will carry that message to Capitol Hill and the White House. And with planners’ help, speaking out louder, together, we will secure the federal support communities need to begin the work of recovering, rebuilding, and reinventing for an equitable, resilient future.

Messaggio di Leo Asuncion, presidente dell’APA – American Planning Association

Riportiamo per intero il messaggio del presidente dei pianificatori americani:

Il 2021 sarà un anno critico per i pianificatori e le comunità che serviamo. Man mano che le comunità iniziano a emergere dai lockdown pandemici, il lavoro di recupero, ricostruzione e reinvenzione sarà al centro di gran parte di ciò che noi pianificatori facciamo. Sarà anche al centro del lavoro dei legislatori a Capitol Hill. Le priorità legislative dell’American Planning Association nel 2021 riflettono questo momento significativo. Questa è un’opportunità per aiutare a guidare le priorità federali nei modi che riteniamo possano servire al meglio le nostre comunità.

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Vittorio Guardalben (1935-2021)

Padova, 10 gennaio 2021. È venuto a mancare Vittorio Guardalben, importante riferimento per tutta la comunità degli urbanisti, soprattutto nel Veneto. Qui è stato il primo urbanista “vero” — per formazione accademica e professionale — a rivestire ruoli dirigenziali di altissimo livello nell’amministrazione regionale lungo l’arco di tre decenni. In questa veste ha potuto e saputo indirizzare in modo esemplare l’attenzione sulla professione di urbanista e pianificatore territoriale, nata proprio in Veneto all’inizio degli anni settanta. Erano anni difficili per la nostra professione, contraddistinti da continui attacchi, attraverso i bandi di evidenza pubblica, nella pratica amministrativa e persino di fronte alla giustizia amministrativa, da parte delle categorie professionali che temevano — e in parte temono tuttora — di essere estromesse da un mercato del lavoro evidentemente interessante, ma per il quale, con l’evolversi della realtà verso sistemi territoriali sempre più complessi, le competenze professionali a disposizione erano diventate progressivamente sempre più insufficienti, mentre l’urbanista/pianificatore copriva proprio questa area di competenze. È grazie all’impegno — a tratti con particolare grinta, laddove necessaria — di persone come Vittorio Guardalben che oggi viene riconosciuto e apprezzato l’operato dei nostri colleghi, sia nei ruoli tecnici nella pubblica amministrazione, sia nelle modalità di conferimento ed espletamento di incarichi esterni di pianificazione, pur rimanendo consci del fatto che c’è ancora molto da fare, soprattutto nel centro-sud del Paese. Anche la doppia professionalità di Vittorio — giurista oltre a urbanista — ha contribuito in modo significativo affinché la sua fosse una visione oggettiva, equidistante dalle varie discipline che interagiscono tra loro nei processi di pianificazione, ridimensionando correttamente il peso eccessivo che spesso viene attribuito a quella edile-architettonica. Vittorio aveva 85 anni e l’abbraccio dell’ASSURB e di tutta la nostra comunità professionale va ai parenti e amici più stretti.

Padova, 10 gennaio 2021. È venuto a mancare Vittorio Guardalben, importante riferimento per tutta la comunità degli urbanisti, soprattutto nel Veneto. Qui è stato il primo urbanista “vero” — per formazione accademica e professionale — a rivestire ruoli dirigenziali di altissimo livello nell’amministrazione regionale lungo l’arco di tre decenni. In questa veste ha potuto e saputo indirizzare in modo esemplare l’attenzione sulla professione di urbanista e pianificatore territoriale, nata proprio in Veneto all’inizio degli anni settanta.

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Tesseramento ASSURB 2021

Venezia, 3 gennaio 2021. Nel corso dell’anno appena terminato, l’ASSURB si è trovato a dover affrontare soprattutto due questioni centrali per la professione di urbanista / pianificatore territoriale: la proposta di parte del CNAPPC di abolire la nostra professione e il DdL d’iniziativa governativa sulle lauree abilitanti che in linea di massima va nella direzione di una valorizzazione della nostra professione. Entrambi gli argomenti sono stati trattati in profondità nel corso del nostro convegno del 19 dicembre 2020 e ripresi anche nell’intervista al presidente Hedorfer di pochi giorni fa.  Il 2020, nonostante le oggettive difficoltà a causa dell’emergenza sanitaria, è stato però anche un anno di soddisfazioni, a cominciare dall’evento finale — purtroppo tutto online — del Premio ASSURB 2019 che si è celebrato il 21 marzo e della successiva partecipazione di due dei nostri premiati allo Young Planners Workshop 2020 organizzato dal Consiglio europeo degli urbanisti (ECTP-CEU), di cui l’ASSURB è membro fondatore. Rimanendo sul piano europeo, è doverso ricordare anche il Manifesto Re-Start Europe, che ha visto la luce a ottobre, dopo un lavoro di redazione collettiva continentale, rigorosamente online, durato pochi mesi.  Per l’ASSURB è stato anche l’anno di un rinnovamento del gruppo dirigente: in termini di componenti del CNU (Consiglio nazionale degli urbanisti) c’è stato un 20% di new entry, abbassando peraltro anche la sua età media, con un ricambio di presidente, vicepresidenti e segretario generale.  Ma per il 2021 resta ancora molto da fare. Alcune azioni, previste per l’anno scorso, non sono ancora andate in porto. Tra queste: un più vasto coinvolgimento dei soci nelle attività dell’associazione; la regionalizzazione dell’organizzazione, con la creazione di CRU (Consigli regionali degli urbanisti) e relative strutture territoriali; l’ampliamento del numero di iscritti; alcune modifiche statutarie e regolamentari, come per esempio per un maggiore coinvolgimento dei sostenitori. La nostra associazione è ancora troppo venetocentrica, soprattutto per quanto riguarda il gruppo dirigente.  Questi obiettivi devono rimanere per l’anno appena iniziato. Abbiamo bisogno di più colleghi e colleghe che ci diano una mano nell’affrontare concretamente e quotidianamente l’azione di difesa della nostra professione — sì, purtroppo ce n’è ancora bisogno! — e di promozione di una cultura della pianificazione che nel nostro paese fatica ad affermarsi, nonostante i 50 anni dall’istituzione del primo corso di laurea in urbanistica. Ne abbiamo avuto una dimostrazione molto cruenta anche in occasione della pandemia, sulla quale si è poi innescata, come un’immensa beffa, l’incredibile proposta del CNAPPC di cui sopra.  E — va detto senza giri di parola — per riuscire a rendere la nostra azione più incisiva nel mondo della professione e nella società tutta, oltre alle persone attive servono anche le risorse economiche. Per questo, l’appello che rivolgiamo ai vecchi soci e sostenitori è quello di rinnovare l’iscrizione con il versamento della propria quota annuale (25 o 50 euro per le persone fisiche, 100 euro per le organizzazioni) e, per chi si avvicina all’ASSURB, di non esitare a iscriversi a tutti gli effetti, sempre versano la propria quota annuale.  Grazie per l’attenzione e — dopo aver visitato la nostra pagina dell’iscrizione 2021 — un tempestivo e caloroso benvenuto/a in ASSURB!

Venezia, 3 gennaio 2021. Nel corso dell’anno appena terminato, l’ASSURB si è trovato a dover affrontare soprattutto due questioni centrali per la professione di urbanista / pianificatore territoriale: la proposta di parte del CNAPPC di abolire la nostra professione e il DdL d’iniziativa governativa sulle lauree abilitanti che in linea di massima va nella direzione di una valorizzazione della nostra professione. Entrambi gli argomenti sono stati trattati in profondità nel corso del nostro convegno del 19 dicembre 2020 e ripresi anche nell’intervista al presidente Hedorfer di pochi giorni fa.

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Intervista al presidente ASSURB

Padova, 29 dicembre 2020. Sull’emittente regionale triveneta 7 Gold Plus è andata in onda un’intervista al presidente dell’ASSURB, Markus Hedorfer, sulla paradossale situazione venutasi a verificare nel corso del 2020: da una parte l’incredibile proposta di parte dell’Ordine APPC di abolire la professione di pianificatore territoriale, assieme alle professioni di paesaggista e di conservatore (si veda la nostra presa di posizione “Anacronistica, antistorica, culturalmente inconsistente: irricevibile” del 20 marzo di quest’anno) e dall’altra l’iniziativa del Governo volta invece a valorizzare la figura dell’urbanista / pianfiicatore territoriale attraverso il DdL sulle lauree abilitanti.  L’intervista, realizzata nell’ambito della rubrica Approfondimenti dal giornalista Fabrizio Stelluto, direttore dell’agenzia Asterisco Informazioni, che aveva già moderato il nostro convegno di sabato 19 dicembre proprio su quest’argomento, è stata inoltre un’occasione per presentare brevemente — in meno di un quarto d’ora — chi sono gli urbanisti, il loro ruolo nel panorama delle professioni e nella società, nonché per parlare della spesso difficile convivenza con gli architetti all’interno del comune ordine professionale. L’intervista è disponibile sulla pagina Facebook dell’ASSURB e sul canale YouTube di Approfondimenti.

Padova, 29 dicembre 2020. Sull’emittente regionale triveneta 7 Gold Plus è andata in onda un’intervista al presidente dell’ASSURB, Markus Hedorfer, sulla paradossale situazione venutasi a verificare nel corso del 2020: da una parte l’incredibile proposta di parte dell’Ordine APPC di abolire la professione di pianificatore territoriale, assieme alle professioni di paesaggista e di conservatore (si veda la nostra presa di posizione “Anacronistica, antistorica, culturalmente inconsistente: irricevibile” del 20 marzo di quest’anno) e dall’altra l’iniziativa del Governo volta invece a valorizzare la figura dell’urbanista / pianfiicatore territoriale attraverso il DdL sulle lauree abilitanti.

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Disegno di legge sulle lauree abilitanti

Il 17 ottobre di quest’anno, il Consiglio dei Ministri ha approvato, su proposta del Ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, un disegno di legge (DdL) che prevede la trasformazione in “abilitanti” di una serie di corsi di laurea, vale a dire corsi di laurea, al cui termine il/la laureato/a sarà direttamente abilitato/a all’esercizio della relativa professione, senza più passare dall’esame di Stato. Questo riguarda soprattutto le professioni medico-sanitarie, ma anche le tre nuove lauree professionalizzanti istituite precedentemente quest’anno.  Per un terzo gruppo di professioni — tra cui quella di pianificatore territoriale — la trasformazione della relativa laurea in laurea abilitante diventerebbe possibile, ma non obbligatoria. Secondo le intenzioni del Governo, sarebbero poi i consigli dei relativi ordini professionali a dover richiedere al MUR l’eventuale trasformazione. Verrebbero, quindi, elaborati dei regolamenti, da emanare sotto forma di decreti ministeriali, al fine di disciplinare le modifiche ai regolamenti didattici dei corsi di studio interessati, nonché le modalità di svolgimento degli esami di laurea, che dovrebbero a quel punto contenere anche una prova pratica.  In via di principio, l’ASSURB saluta positivamente il fatto che la laurea in Pianificazione territoriale, urbanistica e ambientale — compresa ovviamente nelle sue dizioni precedenti “Urbanistica” e “Pianificazione territoriale e urbanistica” — possa essere direttamente abilitante. Anche perché rispecchia un approccio alla professione di urbanista / pianificatore territoriale che ci auspichiamo da sempre e che nel 1996 era stato anche confermato dalla giurisprudenza amministrativa (Sentenza del Consiglio di Stato, IV Sez., n.1087), soprattutto laddove afferma che “con la creazione del Corso di laurea in Urbanistica, si sono create professionalità tecniche le quali, anche se non ancora consacrate in un albo, dimostrano il possesso di cognizioni, acquisite durante un Corso di studi quinquennale idonee a svolgere la attività di pianificazione urbanistica”. La materia è poi stata regolamentata dal DPR 328/2001, che ha istituito l’esame di Stato in pianificazione territoriale e il relativo albo all’interno dell’Ordine interprofessionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori.  Al contempo vediamo però anche alcune criticità importanti nell’impianto del progetto di legge.  Non viene creata nessuna relazione biunivoca tra classe di laurea e professione. L’articolo 4 parla genericamente di “titoli universitari […] che consentono l’accesso agli esami di Stato per l’abilitazione all’esercizio delle professioni di […]”, seguito dall’elenco dele professioni, tra cui anche quella di pianificatore. Considerando che esiste un numero di titoli uiversitari che attualmente consentono l’accesso a più di un esame di Stato, ci pare difficile che i percorsi di studio possano essere modificati a tal punto da consentire l’abilitazione diretta e contemporanea per tutte le professioni in questione, pena la completa inadeguatezza, di fatto, del/la laureato/a abilitato/a in tutti i campi professionali. L’iniziativa per richiedere la trasformazione in laurea abilitante di un determinato titolo universitario spetta ai consigli degli ordini professionali, che in alcuni casi, come nel nostro, non sono rappresentativi della categoria professionale. Si pone pertanto con forza, come già in molte altre situazioni, la questione della mancanza di rappresentanza istituzionale degli urbanisti / pianificatori territoriali. L’iniziativa deve essere conferita all’insieme tra la comunità degli iscritti ai settori “pianificazione territoriale” delle sezioni A e B dell’Ordine degli APPC e l’associazione professionale (ASSURB). Riteniamo inoltre che l’accademia (coordinamento nazionale dei corsi di studio delle classi L-21 e LM-48) debba svolgere un ruolo primario, al pari delle rappresentanze professionali, durante la fase di elaborazione dei regolamenti volti alla trasformazione dei titoli in abilitanti. L’introduzione di una prova pratica in sede di esame di laurea e contestuale inserimento nelle commissioni di laurea di componenti designati dagli ordini professionali ci appare come assoggettamento dell’accademia al sistema ordinistico, con perdita più o meno accentuata dell’autonomia della prima a favore del secondo. Si tratterebbe di una tendenza a nostro avviso pericolosa e fortemente limitante nei confronti dell’università e del suo ruolo innovatore nell’ambito del dibattito disciplinare, di una tendenza contraria a quanto in atto negli altri paesi europei, nonostante che nelle premesse al DdL si ponga con forza il tema dell’europeizzazione del mondo professionale italiano. Come suggerito dallo stesso professor Filippo De Rossi, capo della segreteria tecnica del ministro Manfredi, nell’ambito del nostro convegno lo scorso sabato 19 dicembre (vedi locandina e registrazione video dell’evento), lunedì 21 dicembre abbiamo inviato al ministro la nostra formale richiesta di incontro che — così speriamo — ci darà la possibilità di approfondire la questione direttamento con il ministero.  Materiale da scaricare:  Disegno di legge n. 2751, depositato alla Camera dei deputati, completo di tutte le relazioni di accompagnamento. Link alla scheda sul sito web della Camera dei deputati.

Il 17 ottobre di quest’anno, il Consiglio dei Ministri ha approvato, su proposta del Ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, un disegno di legge (DdL) che prevede la trasformazione in “abilitanti” di una serie di corsi di laurea, vale a dire corsi di laurea, al cui termine il/la laureato/a sarà direttamente abilitato/a all’esercizio della relativa professione, senza più passare dall’esame di Stato. Questo riguarda soprattutto le professioni medico-sanitarie, ma anche le tre nuove lauree professionalizzanti istituite precedentemente quest’anno.

Per un terzo gruppo di professioni — tra cui quella di pianificatore territoriale — la trasformazione della relativa laurea in laurea abilitante diventerebbe possibile, ma non obbligatoria. Secondo le intenzioni del Governo, sarebbero poi i consigli dei relativi ordini professionali a dover richiedere al MUR l’eventuale trasformazione. Verrebbero, quindi, elaborati dei regolamenti, da emanare sotto forma di decreti ministeriali, al fine di disciplinare le modifiche ai regolamenti didattici dei corsi di studio interessati, nonché le modalità di svolgimento degli esami di laurea, che dovrebbero a quel punto contenere anche una prova pratica.

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