Urbanistica Informazioni

ECTP-CEU: uno sguardo sul decennio 2010-20. Parte terza

Markus Hedorfer – UI n. 298-299 – luglio-ottobre 2021     

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Nei precedenti due numeri di Urbanistica Informazioni abbiamo relazionato sulle attività, durante la prima metà del decennio 2010-2020, dell’ECTP-CEU (European Council of Spatial Planners – Conseil Européen des Urbanistes), la federazione europea delle associazioni nazionali di pianificatori professionali. Riferimenti erano le pubblicazioni prodotte dall’ECTP-CEU. L’ultima di queste in ordine di esposizione, la Carta della pianificazione europea (1), intendeva gettare le basi per una serie di carte, manifesti e guide riguardanti argomenti specifici della pianificazione e dei pianificatori in Europa. Ci sono voluti oltre due anni per arrivare alla messa a punto del primo di questi documenti.

2015 – Carta europea della democrazia partecipativa nei processi di pianificazione territoriale

Ormai sono molti anni che il tema dei percorsi partecipativi è parte integrante di qualunque azione di pianificazione territoriale. Tuttavia, la molteplicità di approcci sperimentati, la codifica nelle leggi urbanistiche spesso non all’altezza delle esigenze di democrazia partecipativa, così come una prassi quotidiana nella pianificazione che altrettanto spesso tende ad assolvere agli obblighi della partecipazione come mero procedimento burocratico (2), hanno spinto i pianificatori europei a definire alcuni punti fermi rispetto ai quali orientare i propri colleghi e cercare di influire sulle scelte legislative e amministrative di governi centrali e locali. Nel breve documento approvato all’assemblea generale di Dublino nell’ottobre 2015 (3) si definisce quali sono gli ingredienti minimi perché si possa parlare di partecipazione e soprattutto qual è il suo obiettivo, riprendendo il concetto della “rationale” (“logica”, il “perché” della pianificazione), già espresso nella fase 2 dello studio sulle qualifiche professionali del settembre 2013 (4), come elemento indispensabile di qualunque processo legato alla pianificazione.

Dopo un preambolo relativamente corposo, la Carta è strutturata in dodici articoli, nei quali vengono affrontati questioni determinanti come per esempio il principio della complementarietà tra gli istituti della democrazia rappresentativa e i percorsi partecipativi, che non devono entrare in conflitto gli uni con gli altri. Altri due elementi, tra loro strettamente legati, a cui si conferisce molta importanza perché spesso trascurati nella pratica, sono il diritto, da parte dei partecipanti, a una corretta e adeguata informazione e all’accesso allo stesso percorso partecipativo. Viene inoltre sottolineato come la partecipazione mantiene in essere sia l’autorevolezza tecnica degli esperti, sia l’autorità delle istituzioni preposte a deliberare.

Un intento importante della Carta è ottenere, da parte di governi e amministrazioni locali, un impegno concreto a mettere in pratica i suoi principi. A tal fine, l’ECTP-CEU ha organizzato una serie di sottoscrizioni solenni della Carta con la regione di Bruxelles-Capitale, la città di Berlino, la metropoli europea di Lilla, la provincia delle Fiandre Orientali e alcuni comuni minori. Per uscire da una situazione di stallo, prodottasi dopo queste prime sottoscrizioni tra il 2016 e il 2018, nel febbraio 2019 è stata costituita a Dunkerque l’associazione Territoire Europe (5), che riunisce una serie di professionisti di vari paesi europei, con l’obiettivo di promuovere la Carta attraverso iniziative pubbliche di sensibilizzazione e di azione.

2016 – Guida pan-europea

Tra il 2013 e il 2016, l’ECTP-CEU ha partecipato, nel ruolo di autore principale accanto alla britannica TCPA (Town and Country Planning Association), al progetto europeo SPECIAL sull’integrazione di strategie energetiche nella pianificazione territoriale. Tra gli otto partner del progetto — associazioni, istituti, governi locali e ministeri — per l’Italia c’era il CeNSU, Centro nazionale di studi urbanistici presso il Consiglio nazionale degli ingegneri. Obiettivi del progetto erano lo sviluppo di capacità tecniche locali, lo scambio di esperienze e competenze tra i partner e la formazione dei pianificatori sulle comunità a bassa emissione di carbonio (LCC). Nella parte introduttiva della pubblicazione (6) si affrontano alcuni argomenti di ordine generale, mentre nella parte seconda vengono approfonditi dieci temi specifici, ciascuno accompagnato con uno o due casi studio. La pubblicazione principale è poi accompagnata da cinque expert papers prodotti durante le attività del progetto da singoli partner del progetto. Come valutazione complessiva, ormai a distanza di qualche anno dalla sua conclusione, rimane una certa delusione per l’impossibilità, a causa della natura stessa dei progetti europei, di continuare nel tempo le attività del progetto, cosa che sarebbe stato auspicabile. Diversi contenuti esperti e una online knowledge base sono divenuti inaccessibili al pubblico dopo la dismissione del sito Internet del progetto (7).

2017 – Linee guida sulle competenze professionali

Dopo lo studio sulla qualifica professionale dei pianificatori in Europa (4) e l’elaborazione della Carta della pianificazione europea (1), di cui abbiamo scritto nel numero precedente di UI, i tempi erano maturi per tentare una caratterizzazione, valida a livello continentale, della figura professionale del pianificatore territoriale. L’ECTP-CEU aveva per questo deciso di continuare l’esperienza del gruppo di lavoro sulle qualifiche professionali istituito nel 2011. Le discussioni sono proseguite per diverso tempo e avevano anche visto un tentativo di instaurare una cooperazione organica con l’AESOP, l’associazione delle scuole europee di pianificazione, che purtroppo finora non si è concretizzata, se non sotto forma di contatti e consultazioni estemporanei. Il documento risultante (8) è tuttavia di notevole importanza. Caratterizza in maniera esaustiva le competenze professionali attraverso un elenco lungo 6 pagine, strutturato secondo i settori della pianificazione già utilizzati nello studio del 2013 (4): la “rationale”, i tre ambienti socioeconomico, costruito e naturale, le tecniche e gli strumenti della pianificazione, la ricerca scientifica e il prodotto della pianificazione.

I requisiti minimi per qualificare la figura del pianificatore territoriale sono descritti in termini di formazione universitaria iniziale, esperienza professionale convalidata, etica o deontologia professionale, formazione professionale continua. Vengono inoltre specificati i percorsi di formazione sia iniziale universitaria, sia continua professionale. È interessante notare come, diversamente da alcuni ordinamenti professionali nazionali, tra cui quello italiano, un pianificatore, per potersi definire tale, deve dimostrare di svolgere effettivamente attività inerenti alla pianificazione. Un laureato in urbanistica, che per anni si occupa di tutt’altro, perderebbe così la sua qualifica professionale. Molta importanza viene anche conferita a una buona preparazione universitaria iniziale, che contrasta tuttavia con la prassi in alcuni paesi, dove la qualifica di urbanista, come abbiamo visto nel numero precedente, può essere conferita anche dopo un master di 60 CFU. L’ECTP-CEU deve per ora mediare tra paesi, come l’Italia o la Germania, che esigono almeno una laurea magistrale se non un percorso quadriennale o quinquennale, e paesi con regole più “leggere”. Ma sono soprattutto il lungo elenco delle competenze professionali e gli otto settori tematici e attitudinali che, secondo le Linee guida, devono essere coperte dalla formazione professione continua, e che per esempio in Italia non vengono coperte, che fanno capire che l’ECTP-CEU intende collocare piuttosto in alto l’asticella per il riconoscimento professionale e che, a lungo termine, gli ordinamenti professionali nazionali dovranno tenerne conto.

2019 – Manifesto su aeroporti e città

Il XII Premio europeo dell’urbanistica e della pianificazione territoriale del 2018, manifestazione organizzata dall’ECTP-CEU ogni due anni, aveva come tema “aeroporti, città e sviluppo urbano”. Sponsor dell’evento era l’ADP, la società di gestione degli aeroporti di Parigi, resasi disponibile a contribuire alla messa a punto e successiva sottoscrizione di un documento per la pianificazione dei territori condizionati dalla presenza di infrastrutture aeroportuali. Il manifesto (9), nato in periodo pre-COVID, parte ancora dal presupposto di una forte crescita futura dei volumi di traffico. Pone questioni come la riduzione degli spostamenti aerei in favore di collegamenti ferroviari ad alta velocità. Affronta anche lo spesso complesso rapporto tra la gestione aeroportuale, con le annesse strutture commerciali, ricettive e direzionali, e la vivacità economica, talvolta messa a rischio, delle città nelle loro vicinanze. Molta attenzione viene rivolta al difficile compito del contenimento degli impatti ambientali, sollecitando da parte di tutti gli attori coinvolti, compresi i pianificatori, a adoperarsi perché vengano individuate tecniche d’avanguardia di pianificazione sostenibile. L’auspicata sottoscrizione del manifesto da parte dei principali aeroporti europei non ha per ora avuto luogo in quanto l’arrivo della pandemia ha posto con violenza nuove priorità.

2020 – Manifesto “Re-Start Europe”

Una prima priorità si è tradotta nella messa a punto, nell’arco di pochi mesi, di un manifesto, scritto assumendo intenzionalmente il punto di vista soggettivo del pianificatore, per una ripresa post-pandemica. Il manifesto (10) parte dal presupposto che l’irruzione della pandemia COVID, oltre ad accentuare temporaneamente iniquità e insostenibilità, lascerà segni duraturi nella struttura della società, che l’economia di mercato da sola non riuscirà a governare. Perciò è necessario rafforzare a tutti i livelli i sistemi di pianificazione. Il manifesto sottolinea anche come l’emergenza principale per l’umanità resta il riscaldamento globale che deve entrare a pieno titolo nelle misure per la ripartenza. Altri aspetti richiamati sono per esempio il contrasto a tentazioni di chiusura nazionale con conseguente rilancio dello spirito europeo e attenzione ai temi migrazione e inclusione. Dev’essere inserita in una più ampia agenda di rinnovamento e sviluppo, che vede la pandemia anche come occasione per interrompere l’inerzia dei sistemi di governance fin qui esistenti. Vengono affrontati diversi altri argomenti, in parte nel frattempo già entrati nel dibattito generale, come il rafforzamento delle strutture economiche, sociali e di governo a livello locale, la sostituzione, ove possibile, delle supply chain globali e via dicendo. Il manifesto chiama inoltre in causa alcuni degli strumenti e principi già in essere: SDG, UNHABITAT, Nuova Carta di Lipsia, Carta della pianificazione europea, TIA.

Nella primavera di quest’anno, il Manifesto ha avuto una sua prima applicazione concreta attraverso la stipula di una collaborazione con il Lincoln Institute of Land Policy (11) per la presentazione, in occasione della prossima assemblea generale di Atene nel novembre 2021, di una serie di casi studi a cui possono essere applicati i principi del manifesto. L’ASSURB presenterà, come caso studio italiano, il progetto “Rinnovare la città – Osservatorio sull’emergenza Coronavirus” messo in piedi da parte della Fondazione Innovazione Urbana di Bologna (12).


Note

  1. Vincent Goodstadt, Luc-Émile Bouche-Florin, Paulo Correia. The Charter of European Planning. Edizione bilingue inglese-francese. Bruxelles 2013. Illustrazioni di Yves Fauvel. Traduzione francese di Charlotte Bouche-Florin. La pubblicazione è disponibile nella sezione “Publications” del sito Internet dell’ECTP-CEU.
  2. Un ragionamento analogo, riferendosi però alle valutazioni ambientali, l’ha fatto Alessandro Calzavara, presidente ASSURB dal 2010 al 2019, nel suo testo introduttivo al seminario “Green, Greening, Greenwashing” della manifestazione Urbanpromo Green 2021.
  3. ECTP-CEU. European Charter on Participatory Democracy in Spatial Planning Processes. Bruxelles 2015. La Carta è stata tradotta anche in francese, spagnolo, portoghese, olandese e rumeno.
  4. ECTP-CEU, Stage 2 Study on the Recognition of Planning Qualifications in Europe. Revisions included based on feedback from member associations of ECTP-CEU. Settembre 2013. Disponibile sul sito Internet dell’ECTP-CEU.
  5. https://www.territoire-europe.eu.
  6. Henk van der Kamp et al (ECTP-CEU & TCPA). Spatial Planning & Energy. A guide for planners. TCPA, London 2016.
  7. Molti documenti restano tuttavia disponibili sulla pagina dedicata al progetto SPECIAL del sito web del CeNSU https://www.censu.it/partnership/special.
  8. ECTP-CEU. Guidelines on Professional Competences in Spatial Planning, including The Principles of Professional Conduct. Bruxelles, ottobre 2017. La pubblicazione è stata tradotta anche in francese e spagnolo.
  9. ECTP-CEU. Manifesto on Airports and Cities in Europe. Bruxelles 2019.
  10. ECTP-CEU. Re-Start Europe. ECTP-CEU declaration for an inclusive and just post-covid future for all communities. Bruxelles 2020. Documento tradotto anche in francese.
  11. https://www.lincolninst.edu.
  12. https://www.fondazioneinnovazioneurbana.it/progetto/rinnovarelacitta-osservatorio.