"Riforma del Catasto - fabbricati: una panoramica sui probabili sviluppi" - Ediltecnico / ediz. on-lin 2014e
"Riforma del Catasto - fabbricati: una panoramica sui probabili sviluppi"
a cura della Redazione di Ediltecnico portale on-line - 06.05.2014
Martedì 29 aprile si è svolta a Milano presso la sede di Assoedilizia in Via dei Meravigli un convegno sulla Riforma del Catasto fabbricati con la partecipazione dello staff tecnico-legale dell’Associazione, oltre che del presidente avvocato Achille Colombo Clerici, e di esperti esterni.
Hanno partecipato in qualità di relatori l’ing. Antonio Iovine, esperto in materia catastale ed estimo (Attuazione della delega governativa alla revisione del catasto fabbricati); il notaio dott. Ugo Friedmann del Collegio Notarile Milano (Rapporti tra valori catastali e transazioni immobiliari), il geom. Cristiano Cremoli, presidente Collegio Geometri provincia di Milano (Metodi di definizione delle rendite catastali); il dott. Massimo De Angelis di Assoedilizia (Effetti fiscali della riforma del Catasto fabbricati), il dott. Antonio Piccolo di Assoedilizia (Riforma del catasto e dimore storiche).
Occorre che ci sia un reale coinvolgimento delle associazioni di categoria dei proprietari in ogni commissione e che i membri in rappresentanza dei Comuni e dell’Agenzia delle Entrate non costituiscono la maggioranza, in modo da garantire all’Organo, terzo, una oggettiva decisione, anche dopo avere preso atto del contributo che potrà essere portato sul tavolo dalle rappresentanze della proprietà immobiliare;
Potrebbe essere giunto il momento di pensare, non solo all’inclusione di membri tecnici in ogni sezione, ma piuttosto, direttamente ad una sezione speciale delle commissioni tributarie che possa decidere in materia catastale od ogni altro lite concernente l’estimo immobiliare.
Una sua adeguata esplicazione ipotizzerebbe lo slittamento del termine per il ricorso tributario al momento di ricezione di risposta alla preliminare richiesta in autotutela; diversamente sarebbe del tutto inutile averla prevista; occorre pensare ai grandi numeri in gioco, confrontando gli effetti caotici che si potrebbero determinare con quelli sorti in occasione di modeste revisioni (al confronto) per i Comuni di Milano e Roma, per cui il termine di 60 giorni appare completamente utopico se si vuole fornire, come dovrebbe essere, una risposta motivata a ciascun cittadino.
L’applicazione di funzioni statistiche o comunque matematiche potrebbero comportare, quando riportata sull’intera popolazione di unità immobiliari, potrebbe portare a casi di sovrastima rispetto ai reali valori di mercati, che occorre sapere governare disciplinando le modalità di individuazione (codificando le casistiche) ed intervenendo in correzioni con modalità oggettive, parimenti codificate, quando l’anomalia superi un predefinita soglia di tolleranza (concetto previsto in qualsiasi attività che impone confronti).
Occorrerà indicare con chiarezza, onde prevenire l’attuale e abbastanza nutrito contenzioso tributario ad oggi presente riguardo (a volte indotto da atteggiamenti fiscali dei comuni) circa la irrilevanza o meno della destinazione d’uso effettiva dell’immobile (scelta soggettiva) rispetto alla sua tipologia edilizia (dato oggettivo).
La tematica è molto delicata in relazione all’articolazione di parte del sistema impositivo tra Erario e Comuni. Le ipotesi di possibilità di verifica sono molteplici e quindi confuse. È indubbio che nel nostro Paese ci sono Comuni che hanno estimi bassi (in relazione agli esiti dei ricorsi dei Comuni, negli anni in cui le entrate tributarie sugli immobili non erano di competenza comunale) ed altri più elevati ab origine e per effetto delle revisioni del classamento per microzone (ad es. Milano e Roma, ma anche Napoli). Perequare nel solo ambito comunale non appare una scelta conforme all’indirizzo della riforma incentrata soprattutto sulla dichiarata finalità di smussare le attuali iniquità tra soggetti diversamente trattati a parità di redditività degli immobili. Per cui per l’IMU e la TASI occorrerebbe preliminarmente rimodulare l’aliquota massima a livello nazionale in relazione alla proiezione dei nuovi estimi per garantire una perequazione nazionale. Successivamente sulla base della nuova aliquota massima ed alea di variazione ciascun Comune potrebbe operare liberamente le scelte consentite con i conseguenti riflessi sul gettito (tendenzialmente per l’invarianza, ma in certi casi anche verso l’aumento o la riduzione).
http://www.ediltecnico.it/25808/riforma-catasto-fabbricati-panoramica-sui-probabili-sviluppi/